Le origini di questa imbarcazione si perdono nella notte dei tempi. A seconda del territorio di provenienza le popolazioni costruirono imbarcazioni specifiche che avessero caratteristiche compatibili con quelle delle acque che solcavano.
Alle popolazioni di origine africana probabilmente possiamo attribuire l’invenzione della piroga, ai canadesi la canoa ricavata da tronchi scavati, ai popoli dell’Oceania le famose canoe polinesiane.
Le prime canoe erano costituite da fasci di canne facilmente realizzabili, ma dalla scarsa efficienza e durata che lasciarono il posto alle più “performanti” canoe ricavate dal legno. È possibile che alcune di esse fossero molto simili tra loro nonostante inventate da popoli che non erano in contatto.
Possiamo quasi escludere questa possibilità per i kayak di origine artica.
Le popolazioni Aleut, Inuit e siberiane, vivendo a latitudini non adatte per l’allevamento o la coltivazione, ebbero l’esigenza di sviluppare un’imbarcazione agile, stabile e sicura per la caccia e gli spostamenti.
Mai nessun popolo è riuscito ad affinare tecniche che le rendessero così performanti.
Il termine kayak significa “barca degli uomini” per enfatizzare il fatto che le loro imbarcazioni fossero costruite su misura per chi le utilizzasse.
I kayak erano caratterizzati da una struttura oggi chiamata “skin on frame” composta da uno scheletro di legno, ricoperto da pelli di foca legati con budella dello stesso animale (le più antiche testimonianze risalgono a circa 4.000 anni fa).
La forma affusolata, le dimensioni minimaliste del “pozzetto” giusto per accogliere gambe e fianchi di un uomo, poppa e prua leggermente inarcate verso l’alto “rocker” ne facevano un mezzo veloce, silenzioso e sicuro.
La caratteristica stagna del kayak era assicurata dall’ausilio del Tuilik (giacca con cappuccio ben aderente al viso, ai polsi ed al mantra del kayak) e garantiva al kayaker protezione dalle acque gelide. In caso di ribaltamento, un’abile manovra chiamata eskimo, gli permetteva di tornare in superficie in pochi secondi senza uscire dal kayak. La possibilità di eseguire questa manovra è ancora oggi peculiarità del kayak.
I kayak moderni conservano perfettamente alcuni fondamentali parametri di costruzione per mantenere le caratteristiche più importanti di queste imbarcazioni.
La differenza sostanziale è nell’impiego di materiali come polietilene, fibra di vetro e carbonio. In molti casi sono state aggiunte paratie stagne che, oltre a fornire una riserva di galleggiamento, sono veri e propri gavoni dove stivare tutto il necessario per la navigazione anche di più giorni, corde e molle distribuite sul ponte in modo da assicurare alcuni oggetti all’esterno anche in condizioni di mare impegnativo.
Occorre fare una distinzione tra kayak sit on top e kayak sit in. Entrambe si muovono con l’ausilio della pagaia ma una serie di particolarità importanti le rendono due tipologie ben distinte.
La tipologia Sit on top “sedersi sopra” è una categoria di kayak che presenta un pozzetto aperto. Se da un lato questo ne facilita la seduta, dall’altro, per via della presenza di fori auto svuotanti e di conseguenza un baricentro molto alto, insieme alla forma inevitabilmente larga dello scafo, risulta un mezzo molto lento e pesante da condurre oltre che soggetto ad un notevole beccheggio nell’affrontare le onde ed il vento. La sua ampia larghezza implica l’utilizzo di una pagaia molto lunga quindi maggior sforzo per spingere in kayak in avanti. Il pozzetto aperto nega al canoista la possibilità di appoggiare le ginocchia contro le pareti interne dell’imbarcazione, che ne limita il controllo di qualsiasi manovra, inoltre espone il canoista alle intemperie e quindi non offre alcuna protezione dal sole o dalle onde che si infrangono sulla coperta.
La tipologia Sit in “sedersi dentro” ha come grande vantaggio che il baricentro del kayak è molto basso. A parità di altri criteri, una imbarcazione con baricentro basso risulta molto più stabile rispetto ad una più alta. Un kayak con queste caratteristiche infatti permette di sedersi addirittura appena sotto il pelo dell’acqua, donandogli una stabilità tale da consentire al conduttore di “appoggiarlo” sui lati per facilitarne la virata. Inoltre riduce i beccheggi quindi permette di mantenere una situazione di confort durante la navigazione.
Questa peculiarità consente al kayak di avere un design molto più stretto che va a favorire lo scorrimento sull’acqua e di conseguenza dona più stabilità, maggior velocità e meno sforzo nella pagaiata facilitando anche lunghe percorrenze giornaliere. La seduta all’interno di un pozzetto offre al kayaker la possibilità di appoggiare le ginocchia contro le pareti interne del kayak ed aumentare il controllo del rollio ed altri movimenti volontari. Grazie alla mastra del pozzetto è possibile fissare una gonna paraspruzzi per proteggere completamente il kayaker da onde ed intemperie e, in caso di ribaltamento, con una manovra specifica chiamata “eskimo”, riprendere il corretto assetto in superfice senza il bisogno di uscire e risalire sul kayak e svuotarlo.
Il kayak sit in quindi è di gran lunga più performante di una canoa sit on top.
Kayak sit on top
Kayak sit in
Per info e prenotazioni puoi contattarci su WhatsApp +39 3484207263